L’ortoressia è oggetto di grande attenzione negli ultimi tempi, sia in ambito di disturbi alimentari che nei media tradizionali.
Sebbene molte persone che convivono con questa condizione possano affermare che è nata come un modo positivo per migliorare la propria salute, per chi è predisposto a soffrire di un disturbo alimentare, questi cambiamenti di stile di vita apparentemente innocui possono in realtà avere effetti diametralmente opposti.
Nella cultura odierna, si consiglia di eliminare interi gruppi di alimenti come zuccheri, grassi, carboidrati e latticini. Gli alimenti sono stati etichettati in modo ambiguo, con etichette poco utili e addirittura dannose come “buono” e “cattivo”. Per questo motivo, molte persone che soffrono di ortoressia possono essere facilmente riconosciute come “attente alla salute” o “sane” ad un occhio inesperto, facendo credere a molti che potrebbero soffrire di malnutrizione e rigidità debilitante che il loro stile di vita sia “normale”.
Come si distingue l’ortoressia dal “mangiare sano”?”
Analizziamo alcuni dei sintomi più comuni dell’ortoressia:
- Ossessione verso la qualità del cibo: Questo è il nocciolo dell’ortoressia. Chi soffre di ortoressia è estremamente concentrato – e spesso maniacale – sulla qualità e la purezza del cibo. Le persone affette da questa patologia spesso limitano i “cibi da mangiare” a quelli biologici, km0, integrali, crudi e/o vegani. La quantità di cibo è in genere meno importante della sua qualità.
- Pattern alimentari rigidi: Chi è affetto da ortoressia probabilmente segue con estrema rigidità una dieta. Tutto ciò che l’individuo considera “cattivo” o “malsano” viene probabilmente evitato. Un esempio comune di questa inflessibilità è rappresentato dal fatto che se una persona affetta da ortoressia rimanesse bloccata su un’isola e l’unico cibo a sua disposizione fosse quello ritenuto “malsano”, sceglierebbe di non mangiare nulla.
- Forte agitazione se le “regole” vengono infrante: Se qualcuno sgarra dai suoi rigorosi pattern alimentari o di esercizio fisico autoimposto, di solito si scatena una forte ansia, angoscia, vergogna, senso di colpa e/o depressione.
- Eliminazione di interi gruppi alimentari: Questo ci fa capire quanto rigide possano diventare queste diete fondate sulle regole dell’ortoressia. L’eliminazione di interi gruppi di alimenti è un fenomeno comune per questa popolazione di persone, che di solito comprende alimenti lavorati, zucchero, carne, latticini, carboidrati e/o glutine.
- Preoccupazione costante per malattie o disturbi: Tornando alla tematica dei cibi “buoni” contro quelli “cattivi”, molte persone affette da ortoressia credono che si ammalano se consumano cibi non “integrali” o “puliti” e spesso li considerano “veleno”. Per loro, il rischio che questi alimenti causino malattie o malesseri (sebbene sia per lo più infondato) è di gran lunga superiore al consumo di quello specifico alimento.
- Ansia per la semplice presenza di determinati alimenti: Le persone affette da ortoressia potrebbero avvertire un intenso bisogno di separarsi dai cibi proibiti. Possono sentirsi incredibilmente a disagio o lasciare una stanza se il cibo è in vista. Sfortunatamente, l’isolamento è una tecnica di elusione comune per chi soffre di ortoressia (evitare gli eventi sociali in cui sono presenti i “cibi che incutono paura”) che spesso porta alla depressione e all’intensificazione dei disturbi del pensiero e dei comportamenti.
- Questa condizione non è generalmente legata a una cattiva percezione del proprio corpo: Sebbene gli individui affetti da anoressia possano presentare pattern simili in termini di restrizione, l’ortoressia non è necessariamente radicata nell’ossessione per l’aspetto fisico o nei tentativi di perdere peso.
- Perdita di peso: Sebbene il peso non sia obbligatoriamente un indicatore clinico dell’ortoressia, alcuni casi determinano una perdita di peso. Una dieta ortoressica è una dieta sbilanciata che spesso porta alla malnutrizione. Sebbene le persone affette da ortoressia possano avere l’impressione che l’eliminazione di determinati alimenti apporti immensi benefici alla salute, spesso fanno l’esatto contrario: impoveriscono la propria alimentazione limitando notevolmente la varietà dei cibi. Anche in questo caso, la perdita di peso non è in solitamente intenzionale.
Sebbene l’ortoressia non sia un disturbo alimentare “ufficiale” secondo il DSM-5, può avere la stessa rilevanza clinica di qualsiasi altro disturbo presente in questo manuale e può avere gravi ripercussioni sulla salute fisica e/o mentale.
Se ti senti rappresentato da uno o più di questi comportamenti, contattaci per affrontare la tua sofferenza attraverso il form qui di seguito
Fonte: walden eating disorders
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