Come capire se un figlio/una figlia soffre di disturbi alimentari e affrontare le prime conversazioni

Le vacanze sono considerate tradizionalmente come uno dei periodi più belli dell’anno. Tuttaviail periodo delle festività può essere uno dei momenti più complicati e impegnativi dell’anno per gli studenti e le loro famiglie.

Quest’anno, le vacanze cadono in un momento di continua incertezza a causa della pandemia del COVID-19, così come di significativi fermenti sociali. Gli studenti sono già particolarmente a rischio di sviluppare disturbi alimentari e il nostro clima attuale può causare un aumento dello stress e dell’isolamento, situazioni che possono scatenare atteggiamenti legati ai disturbi alimentari.

Per i genitori e i familiari degli studenti, le vacanze sono spesso la prima volta che osservano questi comportamenti, e ora più che mai, è importante essere consapevoli dei segnali di avvertimento dei disturbi alimentari.

I segnali di allarme che ogni genitore con che ha un figlio adolescente deve conoscere.

I genitori e i membri della famiglia sono spesso i primi a riconoscere quando il loro caro sta lottando con un disturbo alimentare. Conoscere i segnali di allarme e i passi successivi può fare la differenza nel percorso di recupero del tuo ragazzo.

Tra i segnali d’allarme da tenere d’occhio ci sono:

  • Limitare o rifiutare il cibo. Gli studenti possono limitare la loro assunzione di cibo e rifiutarsi di mangiare di fronte agli altri o ai pasti di famiglia. Non è raro che trovino scuse come “ho già mangiato” o “non ho fame”.
  • Mangiare oltre la sazietà. Può capitare che gli studenti mangino insolitamente grandi quantità di cibo velocemente e oltre il punto di sazietà. Possono non avere il controllo, evitare di mangiare di fronte alle persone, provare sentimenti di colpa dopo aver mangiato troppo e andare in bagno dopo i pasti.
  • Ossessione per il corpo. Chi soffre di un disturbo alimentare può essere estremamente attento al proprio aspetto fisico e soffrire di stress per il proprio fisico. Possono fare frequentemente commenti negativi sul loro corpo, indossare abiti larghi o controllare spesso il proprio fisico.
  • Sbalzi d’umore. I comportamenti preoccupanti che potrebbero anche essere sintomatici di un disturbo alimentare sono: sbalzi d’umore, ansia e irritabilità. L’autolesionismo è un altro campanello d’allarme preoccupante – presta attenzione se il tuo caro indossa sempre maniche lunghe e/o braccialetti, perché potrebbe usarli per nascondere ferite autoindotte.
  • Attività fisica eccessiva. Gli studenti possono allenarsi intensamente e per lunghi periodi di tempo per “recuperare” qualcosa che hanno mangiato di recente.

È anche importante riflettere su cosa sono le abitudini consone allo sviluppo e quando una combinazione di esse giustifica prestare ulteriore attenzione. Il tuo studente potrebbe tornare a casa dopo un semestre impegnativo dal punto di vista accademico e sociale e voler riposare per un paio di giorni. Potrebbe anche tornare a casa con un ritrovato desiderio di indipendenza ed essere meno incline a passare del tempo con la famiglia. Riposarsi durante il primo fine settimana a casa è normale. Anche chiedere una maggiore indipendenza sociale è un comportamento tipico degli studenti. Una domanda chiave per i genitori, quindi, è quindi: Quando dovremmo preoccuparci?

Ecco una regola di massima:

Se noti dei comportamenti anomali e tuo/a figlio/a si mette sulla difensiva quando parli di queste preoccupazioni, forse soffre di un disturbo alimentare. Fai attenzione a qualsiasi atteggiamento difensivo da parte di tuo figlio quando si parla di atteggiamenti preoccupanti e sii pronto a compiere i prossimi passi.

Le vacanze possono essere un buon momento per compiere  dei passi verso la guarigione – ecco come.

I genitori e i membri della famiglia svolgono un ruolo fondamentale per individuare i comportamenti dei disturbi alimentari. Non sono conversazioni facili da affrontare, ma esprimere le proprie preoccupazioni è un primo passaggio fondamentale. La guarigione è possibile, e inizia con linee di comunicazione aperte.

Iniziare con una conversazione è spesso il primo passo per dare a chi abbiamo a cuore l’aiuto di cui ha bisogno. Queste conversazioni iniziali possono essere i primi mattoncini che costruiscono il percorso di guarigione, quindi è importante restare calmi, premurosi e non giudicare mentre si condividono le proprie preoccupazioni. Concentrare la conversazione sui comportamenti che stai osservando senza fare supposizioni o giudizi sulla persona cui si vuol bene può gettare le basi di una conversazione produttiva.

Non esprimere giudizi, ma sottolineare i comportamenti

E’ bene fare molta attenzione a non esprimere giudizi sul peso o su ciò che viene mangiato, quanto notare semplicemente i cambiamenti nel comportamento. Un esempio? Se notate che vostro figlio o vostra figlia limita l’assunzione calorica durante i pasti, può essere utile esprimersi usando il linguaggio io, senza accusare o emettere giudizi. A volte giudicare è un comportamento naturale che tiene a bada l’ansia ma rende difficile costruire ponti comunicativi. Ad esempio, piuttosto che dire “Mangi pochissimo!”/”Dovresti mangiare di più!” può essere utile esprimersi in questo modo: “Sai, ho notato che il tuo comportamento a tavola è cambiato e sono preoccupata, ti va di parlarne?

Chi dovrebbe iniziare la conversazione?

È naturale incontrare comportamenti ansiosi o difensivi in risposta alle nostre preoccupazioni, ecco perché devi impegnarti a restare emotivamente stabile e solidale. È inoltre una buona idea essere consapevoli di chi deve essere incluso in queste prime discussioni. In linea di massima, il genitore o il membro della famiglia che ha la relazione più forte e aperta con lo studente dovrebbe essere quello che affronta queste preoccupazioni.

Le vacanze possono essere un periodo stressante per gli studenti che lottano con un disturbo alimentare, ma possono anche offrire un’opportunità unica per cercare trattamento e risorse. Approfittare della stagione delle vacanze può aiutare il tuo caro a compiere passi positivi verso un recupero a lungo termine mentre non ha lezioni da seguire.

Tuo figlio/a non deve affrontare il suo disturbo alimentare da solo/a: ci sei tu. Conoscere i segnali di avvertimento e compiere i passi giusti adesso può mettere tutti sulla giusta strada per la guarigione. Il supporto che fornisci a chi lotta con un disturbo alimentare può fare una differenza significativa nel trattamento e nella sua vita.

Fonte:

nationaleatingdisosrders.org

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