Fame Nervosa: Cosa Dovresti Sapere
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L’insegnante e speaker ispiratrice Iyanla Vanzant una volta ha detto: “Il confronto è un atto di violenza contro se stessi”. Se è vero, perché lo facciamo?
Il confronto è nella nostra natura umana
Nel 1954, lo psicologo sociale Leon Festinger coniò il termine teoria del confronto sociale. Alla base della sua teoria vi era il concetto che le persone si confrontano con gli altri in modo da poter conoscere se stessi o imparare ad agire in un modo socialmente accettabile. Il confronto, in alcune circostanze, può tenerci al sicuro o essere una fonte di motivazione.
Per esempio, immagina una persona che si inserisce in una nuova cultura. Questa persona non parla la lingua o non comprende le tradizioni. Per trovare cibo, integrarsi o diventare parte della comunità, questa persona può confrontare il comportamento degli altri con il proprio per determinare se sta facendo ciò che è necessario per adattarsi efficacemente al suo nuovo ambiente. In questo esempio, il confronto aiuta il soggetto a sopravvivere.
La teoria del confronto sociale afferma anche che gli esseri umani si confrontano con gli altri per valutare correttamente le loro capacità, per analizzare le situazioni e per capire se stessi. Se uno studente vuole entrare ad Harvard, probabilmente confronterà i suoi voti, i punteggi dei test e le attività extracurricolari con quelli degli studenti che sono stati ammessi all’università in passato. Questi confronti forniscono allo studente la consapevolezza di come entrare nell’università e possono aiutare lo studente a compiere scelte consapevoli alle superiori. Inoltre, se lo studente scopre di non essere all’altezza dei risultati accademici degli studenti ammessi, ciò potrebbe aiutarlo a stabilire un’aspettativa realistica e ad evitare delusioni future.
Le conseguenze del confronto
Festinger divide il confronto sociale in due categorie, verso l’alto e verso il basso. Il confronto verso l’alto riguarda coloro che si vedono “al di sopra” o “superiori” a loro. Il confronto verso il basso si verifica quando una persona si confronta con chi è meno fortunato o visto come “meno di”. Nonostante questi confronti possano avere dei benefici (il confronto verso l’alto può ispirare speranza e accendere la motivazione e il confronto verso il basso può generare gratitudine) sono spesso dannosi per il benessere della persona. Il confronto verso l’alto può causare insoddisfazione, invidia e sentimenti di vergogna, mentre quello verso il basso può causare sentimenti di superiorità e giudizio.
Inoltre, il confronto associato a certi ideali sociali spesso provoca sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima. Parlando in termini generali, la nostra cultura valorizza i fisici più magri e quindi produce immagini più positive di questi corpi, anche se un tipo di corpo non è ideale o salutare per tutti. Con la vera e propria idolatria dei fisici magri nella pubblicità e nel marketing, è facile per gli individui cadere nella trappola del confronto, pensando: “Vorrei assomigliare alle persone dei media”.
La verità è che i modelli e gli attori spesso non assomigliano nemmeno a loro stessi nelle foto. Grazie a Photoshop e alle applicazioni di modifica, le persone possono alterare il loro aspetto digitale con facilità. La triste realtà di questo fenomeno è che gli individui hanno meno probabilità di sentirsi a proprio agio nella propria pelle.
Social media e immagini irrealistiche
I social media sono il modo principale attraverso il quale le persone si confrontano con ideali irrealistici, il che può essere incredibilmente nocivo. Grazie ad applicazioni come Facetune e alla ricca varietà di filtri disponibili, è difficile sapere cosa sia realmente reale online. Quando scorriamo le nostre timeline, possiamo trovare una “immagine perfetta” che suscita in noi sentimenti di inferiorità o il desiderio di poter assomigliare di più a quella persona.
Ciò che non sappiamo è quanto pesantemente l’immagine è stata modificata, se l’immagine è stata montata ad arte, o com’è la vita reale della persona. I social media spesso presentano i “momenti salienti” di un individuo, le parti migliori della sua vita. Ciò che spesso non viene mostrato è la realtà, il che significa che finiamo per paragonarci a qualcosa che non esiste nemmeno.
È quasi impossibile smettere di paragonarsi, e va bene così. A volte il confronto può essere davvero utile. Il successo degli altri può motivarci o spronarci a migliorare la nostra vita. Il confronto può aiutarci a trovare la nostra comunità o le persone con cui stiamo bene. Ma è importante essere consapevoli di quando il confronto diventa nocivo e lavorare per proteggerci. Alcuni modi per porre fine al confronto tossico sono:
I social media hanno aspetti positivi e negativi. Quando gli svantaggi iniziano a superare i benefici, ti consigliamo di allontanarti da essi, lavorare sulle tue emozioni e pensare al perché usi i social media. Per chi si sta ristabilendo da un disturbo alimentare, i social media possono essere particolarmente nocivi per via degli account pro-ana, immagini modificate e standard irrealistici. Tuttavia, i social media possono essere un rifugio sicuro se filtrati e usati in modo saggio. Molte persone sulla via della guarigione creano una comunità online positiva e orientata alla guarigione.
tradotto da the emily program
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