Fame Nervosa: Cosa Dovresti Sapere
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Diabulimia è un termine coniato dai media per indicare il disturbo alimentare di una persona affetta da diabete, tipicamente il diabete di tipo I, dove la persona limita volontariamente l’insulina per perdere peso. Alcuni professionisti medici usano il termine ED-DMT1, Eating Disorder-Diabetes Mellitus Type 1, che viene usato per descrivere qualsiasi tipo di disturbo alimentare in comorbidità con il diabete di tipo 1.
Data la forte attenzione al cibo, alle etichette, ai numeri (peso, glucosio nel sangue, A1c) e al controllo, oltre ai molti disturbi che si verificano nel sistema metabolico di una persona, sappiamo che il diabete è un altro fattore di rischio per l’insorgenza di disturbi alimentari. Quindi, una persona può sviluppare diabulimia o ED-DMT1 a qualsiasi età e in qualsiasi momento successivo alla diagnosi di diabete. A volte inizia con problemi di percezione del corpo o con il desiderio di perdere peso, e a volte inizia come sindrome da burnout dovuta al diabete. Indifferentemente da come inizi, il trattamento può essere difficoltoso in quanto gli individui con diabete di tipo 1 tendono a mostrare tassi di abbandono più alti e risultati di trattamento più scarsi rispetto agli altri pazienti. I programmi di trattamento devono affrontare sia il diabete che gli aspetti del disturbo alimentare.
La Diabulimia non ha un codice diagnostico separato, quindi la diagnosi specifica di chi ne soffre dipenderà dai suoi sintomi legati al disturbo alimentare. Il manuale diagnostico, DSM-5, classifica l’omissione di insulina come un comportamento di eliminazione, quindi può essere catalogato come bulimia nervosa se la persona si abbuffa e poi limita l’insulina. Può essere diagnosticato come disturbo di eliminazione se la persona mangia normalmente e limita l’insulina o anoressia nervosa se la persona limita fortemente sia il cibo che l’insulina. La Diabulimia può anche essere diagnosticata come Other Specified Feeding and Eating Disorder (OSFED).
Emotivi e comportamentali
Fisici
Il corpo umano è straordinariamente resistente e le persone affette da diabulimia spesso riescono a sopravvivere con zuccheri nel sangue molto più alti di quanto dovrebbe essere possibile. Quindi, le principali conseguenze della diabulimia o dell’ED-DMT1 sono di solito legate all’aumento prolungato della glicemia. Queste complicazioni possono essere gravi e irreversibili, quindi è fondamentale attuare un trattamento adeguato e una diagnosi precoce.
I pazienti che limitano l’insulina in relazione al peso hanno presentato una probabilità 3,2 volte maggiore di morire nel corso di uno studio durato 11 anni, e di morire in media 13 anni più giovani di quelli che non limitavano l’insulina. È incredibilmente importante conoscere i molti modi in cui i disordini alimentari influenzano le persone affette da diabete.
Un livello elevato di glucosio nel sangue fa sì che il sangue diventi simile ad un foglio di carta vetrata che raschia e danneggia le pareti dei vasi sanguigni. Inoltre, il sangue diventato acido a causa dei chetoni può causare danni ai vasi. Le conseguenze di questo danno si manifestano spesso negli occhi dove i vasi più piccoli iniziano a perdere sangue nel bulbo oculare.
Le fibre nervose sono particolarmente sensibili ai prolungati periodi di glicemia alta. Molti fattori possono danneggiare i piccoli nervi del corpo tra cui la riduzione della fornitura di ossigeno; il sangue denso e appiccicoso ha difficoltà a raggiungere i piccoli capillari che alimentano i nervi; e l’infiammazione dei nervi.
Altri danni agli organi.
Molte delle conseguenze di cui sopra possono diventare fatali – a volte nel tempo come le malattie renali o cardiache e a volte molto rapidamente come la chetoacidosi diabetica.
Senza insulina, il corpo non può utilizzare ciò che viene consumato, portando il corpo in uno stato di malnutrizione o di inedia. Di conseguenza, oltre alle complicazioni menzionate sopra, le persone affette da diabulimia possono anche soffrire delle stesse conseguenze di chi soffre di anoressia nervosa. E se il soggetto ricorre ad altre forme di eliminazione oltre alla limitazione dell’insulina, può sviluppare le conseguenze associate alla bulimia nervosa.
Indipendentemente dal livello di disturbo alimentare o di recupero, è necessario rivolgersi ad un team multidisciplinare per affrontare i molti problemi interconnessi presenti nella diabulimia o nell’ED-DMT1. Lo scenario migliore per un paziente è quello di rivolgersi ad un endocrinologo, un dietologo esperto sia di diabete che di disturbi alimentari e un professionista della salute mentale specializzato in disturbi alimentari.
Sia gli operatori sanitari che i pazienti devono ricordare che una gestione del diabete “abbastanza buona” è l’obiettivo, non un controllo “perfetto”. La ricerca della perfezione può comportare un aumento del burnout da diabete e rafforzare il pensiero “tutto o niente” che a sua volta può intensificare il disturbo alimentare.
Il ricovero dovrebbe essere subordinato all’assunzione costante di una quantità minima di insulina, alla capacità di mangiare cibo a sufficienza per mantenere il peso, e a non ricorrere a forme di eliminazione che causano un pericoloso squilibrio elettrolitico.
Se il team di trattamento consiglia un livello di cura superiore, è importante scegliere un centro di trattamento che sia specializzato in diabulimia/ED-DMT1. I pazienti e gli operatori sanitari possono chiedere di rivedere i protocolli di reintroduzione dell’insulina, la gestione del diabete e la formazione del personale nel diabete per determinare il vero livello di competenza del centro, o contattare la Diabulimia Helpline che offre un database nazionale sia per i centri che per gli operatori che hanno esperienza sia nel diabete che nei disturbi alimentari.
Ricorda che la diabulimia è un disturbo mentale grave, quindi non può essere trattato semplicemente informandosi meglio circa il diabete o sottolineando i pericoli delle complicazioni del diabete.
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