Fame Nervosa: Cosa Dovresti Sapere
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Secondo un sondaggio del NEDA del 2013, una percentuale compresa tra il 10% e il 20% delle donne e tra il 4% e il 10% degli uomini che frequentano l’università soffre di un disturbo alimentare. Quattro studenti su dieci hanno sofferto di un disturbo alimentare o conoscono qualcuno che ne ha sofferto. Un altro studio condotto su studenti universitari ha riscontrato che il 13,5% delle donne e il 3,6% degli uomini manifesta sintomi di disturbo alimentare.
Le ricerche segnalano anche l’aumento dei disturbi alimentari nei campus. Secondo la NEDA, il tasso di soggetti di sesso maschile affetti da disturbi alimentari è cresciuto drasticamente negli ultimi decenni, così come il tasso di soggetti di sesso femminile, anche se in modo meno consistente.
Gli studenti appartenenti a minoranze di genere (Gender Minority – GM) e gli studenti-atleti dei college registrano tassi particolarmente elevati di disturbi alimentari.
Secondo uno studio del 2019, gli studenti che appartengono a una minoranza di genere (GM) registrano una prevalenza significativamente più alta di sintomi di disturbi alimentari rispetto ai loro coetanei cisgender. Gli studenti appartenenti a minoranze di genere presentano una prevalenza da 2 a 4 volte superiore di ansia, depressione, disturbi alimentari e autolesionismo non suicida (non-suicidal self-injury o NSSI).
Similmente, uno studio del 2015 ha riscontrato che gli studenti universitari transgender hanno una probabilità quattro volte maggiore di soffrire di disturbi alimentari e due volte maggiore di ricorrere all’eliminazione. In questo studio, circa il 13,5% degli studenti universitari transgender ha affermato di fare uso di pillole dimagranti e al 16% dei soggetti transgender è stato diagnosticato un disturbo alimentare.
Alcuni studi hanno dimostrato che gli studenti-atleti, sia di sesso femminile che maschile, sono maggiormente soggetti al rischio di sviluppare un disturbo alimentare rispetto ai non atleti. Gli studi suggeriscono che il rischio è particolarmente elevato per chi pratica sport che esaltano il peso o il fisico e/o normalizzano l’alimentazione scorretta come parte integrante dello sport.
Tutti i disturbi alimentari sono patologie complesse che derivano da fattori biologici, psicologici e sociali. Tra i fattori che possono rendere gli studenti universitari particolarmente esposti a queste malattie troviamo:
L’alimentazione scorretta è un fenomeno ormai consueto nella nostra cultura, in particolare all’università. Esempi di alimentazione disordinata normalizzata nei campus universitari sono:
L’alimentazione scorretta, di per sé dannosa, si contraddistingue dal disturbo alimentare. Ci dobbiamo preoccupare dei disturbi alimentari quando è presente uno dei seguenti elementi:
I segnali e i sintomi dei disturbi alimentari negli studenti universitari sono simili a quelli di altri gruppi affetti da queste patologie. Possono essere impercettibili e celati, soprattutto nei primi stadi della patologia.
I disturbi alimentari non sono “fasi” che si risolvono da sole, ma sono piuttosto malattie che richiedono cure e attenzioni importanti. La maggior parte delle persone affette da disturbi alimentari non riceve mai un supporto professionale, che tuttavia è disponibile. Quanto più tempestiva è la diagnosi e l’intervento, tanto migliori saranno i risultati di recupero.
Considera questi passaggi per individuare i disturbi alimentari negli studenti universitari che hai in cura:
Molti giovani adulti che presentano tutti i criteri relativi a un disturbo alimentare non hanno mai parlato dei loro problemi con un professionista specializzato. Chiedi a tutti i pazienti le loro abitudini alimentari, proprio come fai per valutare l’uso di droghe e alcolici e/o i comportamenti in ambito sessuale.
Se sospetti che il tuo paziente possa essere in difficoltà per quanto riguarda il suo rapporto con il cibo, chiedigli se puoi approfondire l’argomento. Ad esempio: “Sono preoccupato per la tua alimentazione. Possiamo parlare di come mangi abitualmente e del tuo rapporto con il cibo?”.
Le seguenti domande possono aiutarti a valutare la situazione:
In questo sondaggio informale, due o più risposte “sì” suggeriscono in maniera significativa la presenza di un disturbo alimentare. Rivolgiti a un professionista o a un programma specializzato in disturbi alimentari, come il The Emily Program.
Chi soffre di un disturbo alimentare in genere ha bisogno di un team multidisciplinare di supporto, che comprende terapia, consulenza nutrizionale e assistenza medica.
L’assistenza del Programma Emily utilizza il modello dello “sgabello a tre gambe” di Sackett per la pratica basata sulle evidenze. Incorporando la ricerca, l’esperienza clinica e le preferenze dei clienti, ci impegnamo ad aiutare le persone adottando i seguenti principi:
Fonte:
the emily program
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