Fame Nervosa: Cosa Dovresti Sapere
Immagina una giornata difficile al lavoro. Le scadenze si accumulano, le email non smettono di arrivare e senti crescere dentro di te una tensione che non sai come placare. Torni...
Immagina una giornata difficile al lavoro. Le scadenze si accumulano, le email non smettono di arrivare e senti crescere dentro di te una tensione che non sai come placare. Torni a casa e, quasi senza pensarci, ti ritrovi davanti al frigorifero, alla ricerca di qualcosa che possa darti conforto. Se questa scena ti suona familiare, sappi che non sei solo. Molte persone si rivolgono al cibo come forma di consolazione per affrontare emozioni intense e complicate.
La fame nervosa, o fame emotiva, è quel comportamento che ci porta a cercare cibo in risposta alle nostre emozioni piuttosto che alla fame fisica. È un fenomeno comune; tutti noi, in un momento o nell’altro, abbiamo sperimentato quella voglia irrefrenabile di mangiare qualcosa non perché avevamo fame, ma perché cercavamo conforto.
I nostri corpi hanno bisogno di cibo per sopravvivere, e non sorprende che mangiare attivi i circuiti di ricompensa nel cervello, facendoci sentire momentaneamente meglio. Tuttavia, quando la fame nervosa diventa un’abitudine frequente e non abbiamo altri strumenti per gestire le nostre emozioni, può trasformarsi in un problema serio.
Mangiare può sembrare un modo efficace per affrontare il momento, ma non risolve le cause profonde del nostro disagio. Se ci sentiamo stressati, ansiosi, annoiati, soli, tristi o stanchi, il cibo non eliminerà questi sentimenti. Anzi, per alcune persone, questo ciclo di rivolgersi al cibo per gestire le emozioni può generare sentimenti di colpa e vergogna, aggiungendo ulteriore peso emotivo da gestire.
Comprendere e gestire la fame nervosa è un processo complesso. Il cibo è profondamente radicato nelle nostre vite: fa parte delle celebrazioni, è un mezzo per mostrare affetto e un modo per connettersi con gli altri. È naturale, quindi, avere un legame emotivo con ciò che mangiamo. L’obiettivo non è eliminare questo legame, ma piuttosto diventare consapevoli delle nostre scelte alimentari, decidendo quando, cosa e come mangiare in modo ponderato. Ci saranno momenti in cui usare il cibo per affrontare emozioni intense è comprensibile; in altri, potrebbero esserci strategie più efficaci.
Le cause che ci spingono a mangiare per motivi emotivi sono molteplici e spesso complesse. Può essere uno stress lavorativo che sembra insormontabile, preoccupazioni finanziarie che ci tengono svegli la notte, problemi di salute che ci affliggono o difficoltà nelle relazioni personali che ci lasciano emotivamente esausti.
Le persone che hanno seguito diete restrittive o che hanno una lunga storia di diete sono particolarmente suscettibili alla fame nervosa. La restrizione alimentare può infatti aumentare il desiderio di cibo come forma di compensazione emotiva (Spoor et al., 2007).
Ma non sono solo fattori esterni a influenzarci. Alcune cause interne possono giocare un ruolo cruciale:
La fame nervosa diventa spesso un comportamento automatico. Ogni volta che utilizziamo il cibo per gestire un’emozione, rinforziamo quel circuito neurale, rendendo più probabile che ripetiamo lo stesso comportamento in futuro.
Sebbene la fame nervosa di per sé non sia classificata come un disturbo alimentare, può essere un segnale di allarme per comportamenti alimentari disordinati che potrebbero evolvere in condizioni più gravi.
I comportamenti alimentari disordinati possono manifestarsi in vari modi:
Secondo l’Academy of Nutrition and Dietetics, un disturbo alimentare viene diagnosticato quando i comportamenti alimentari di una persona soddisfano specifici criteri clinici. Tuttavia, molte persone vivono con comportamenti alimentari disordinati senza raggiungere una diagnosi formale. Questo non significa che il loro disagio sia meno importante.
È fondamentale riconoscere che meritiamo tutti di avere un rapporto sano e positivo con il cibo. Se sospetti di avere comportamenti alimentari disordinati, è importante parlarne con un professionista della salute mentale o con un dietista specializzato.
Ma perché il cibo diventa il nostro rifugio emotivo? Le emozioni intense possono creare una sensazione di vuoto o di mancanza che cerchiamo di colmare. Mangiare stimola il rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore associato al piacere e alla ricompensa (Volkow et al., 2011). Questo effetto può temporaneamente alleviare il disagio emotivo, rendendo il cibo una soluzione rapida ma effimera.
Inoltre, le abitudini alimentari si formano nel tempo. Se da sempre ti concedi un dolce quando sei stressato, il tuo cervello associa quel cibo al sollievo, creando un pattern difficile da rompere. A ciò si aggiunge la costante esposizione a immagini e messaggi legati al cibo nella nostra società, che possono aumentare il desiderio di mangiare anche quando non abbiamo fame fisica.
La fame nervosa è un fenomeno comune che può colpire chiunque, indipendentemente dall’età, dal genere o dalla fase della vita. Diventa problematico quando diventa l’unico o principale modo per gestire le emozioni. Riconoscere questo comportamento è il primo passo per affrontarlo e trovare strategie alternative per gestire le proprie emozioni.
Distinguere tra fame emotiva e fame fisica può essere una sfida, ma è essenziale per comprendere le proprie abitudini alimentari. La fame fisica è un bisogno biologico che si sviluppa gradualmente e può essere soddisfatto con qualsiasi tipo di cibo. La fame emotiva, invece, arriva all’improvviso e spesso si focalizza su cibi specifici, generalmente ricchi di zuccheri o grassi.
Caratteristiche della Fame Fisica:
Caratteristiche della Fame Emotiva:
Se ti riconosci in alcune delle seguenti situazioni, potresti essere un mangiatore emotivo:
Riconoscere questi segnali è fondamentale per iniziare a intervenire sul proprio comportamento alimentare.
Comprendere la differenza tra fame fisica ed emotiva può aiutarti a prendere decisioni alimentari più consapevoli. Mentre la fame fisica è guidata da bisogni corporei, la fame emotiva è legata a stati d’animo e può portare a comportamenti alimentari poco sani.
Affrontare la fame nervosa non è un percorso semplice, ma con pazienza e strategie adeguate è possibile fare progressi significativi.
Tenere traccia dei tuoi stati d’animo e dei momenti in cui senti il bisogno di mangiare può essere illuminante. Annota:
Questo esercizio ti aiuterà a identificare pattern e trigger specifici, offrendo una maggiore consapevolezza delle tue abitudini.
Una volta individuati i trigger, è importante sviluppare strategie alternative:
L’esercizio fisico è un potente alleato contro lo stress e l’ansia. Non è necessario diventare atleti; anche una semplice passeggiata può fare la differenza. L’attività fisica stimola la produzione di endorfine, migliorando l’umore e riducendo il desiderio di mangiare per emozioni (Li & Goldsmith, 2012).
La mindfulness, o consapevolezza, ti aiuta a rimanere ancorato al presente, osservando i tuoi pensieri e sentimenti senza giudizio. Pratiche come la meditazione mindfulness possono ridurre il mangiare emotivo, aumentando la consapevolezza delle sensazioni di fame e sazietà (Katterman et al., 2014).
Assicurarsi di nutrire adeguatamente il proprio corpo è fondamentale. Saltare i pasti o seguire diete troppo restrittive può aumentare il desiderio di mangiare in modo incontrollato. Integrare proteine nella dieta può aiutare a sentirsi sazi più a lungo (Paddon-Jones et al., 2008).
Impara a riconoscere i segnali del tuo corpo. Prima di mangiare, chiediti:
Questa auto-riflessione può aiutarti a fare scelte più consapevoli.
Non affrontare tutto da solo. Parla con amici, familiari o professionisti. Il supporto sociale è fondamentale per gestire le emozioni e sviluppare nuove strategie (Lillis et al., 2016).
Avere una routine alimentare può aiutare a stabilizzare i livelli di fame e ridurre gli impulsi emotivi (Beresford et al., 2001). Pianifica i tuoi pasti e cerca di rispettare gli orari stabiliti.
Mangiare mentre si guarda la TV o si lavora può portare a consumare più cibo del necessario. Dedica il momento del pasto all’atto di mangiare, prestando attenzione ai sapori, alle consistenze e alle sensazioni.
Spesso siamo i nostri critici più severi. Impara a parlare a te stesso con gentilezza e comprensione. Un dialogo interiore positivo può migliorare la relazione con il cibo e ridurre i comportamenti alimentari disfunzionali (Schoenefeld & Webb, 2013).
Affrontare la fame nervosa richiede tempo e pazienza. Sperimenta diverse strategie per trovare ciò che funziona meglio per te. Ricorda che ogni piccolo passo è un progresso verso un rapporto più sano con il cibo.
Riconoscere di aver bisogno di supporto è un atto di coraggio. Se senti che la fame nervosa sta influenzando negativamente la tua vita, non esitare a cercare aiuto. Professionisti come psicologi, psichiatri e dietisti specializzati possono offrirti gli strumenti e le risorse necessarie per affrontare le tue sfide.
Ricorda che non sei solo e che molte persone hanno affrontato e superato problemi simili. Con il giusto supporto, è possibile sviluppare un rapporto equilibrato con il cibo e trovare modi più sani per gestire le emozioni.
Lilac – Centro DCA è qui per supportarti nel tuo percorso verso un rapporto più sano con il cibo e con te stesso. Se senti il bisogno di parlare con qualcuno o di ricevere consulenza professionale, non esitare a contattarci. Insieme, possiamo trovare le strategie giuste per te.
Immagina una giornata difficile al lavoro. Le scadenze si accumulano, le email non smettono di arrivare e senti crescere dentro di te una tensione che non sai come placare. Torni...
I disturbi alimentari e l'obesità sono condizioni complesse e spesso interconnesse che rappresentano sfide significative per la salute pubblica. Tradizionalmente, i disturbi...
Mangiare è uno dei piaceri fondamentali della vita, un momento di condivisione e nutrimento sia per il corpo che per la mente. Tuttavia, quando il pasto si trasforma in un...
0 commenti