Le Diete Detox: Mito o Realtà?
Introduzione Le diete detox promettono di "purificare" il corpo, migliorare il benessere e favorire la perdita di peso. Ma queste affermazioni hanno un fondamento scientifico?...
A prescindere dalla fase del disturbo alimentare in cui ti trovi, se non ti è mai stato diagnosticato ufficialmente un disturbo alimentare, se stai seguendo un trattamento per un disturbo alimentare o se invece sei in fase di recupero da qualche anno, probabilmente ad un certo punto ti sei detto almeno una di queste frasi:
Questa esperienza è molto comune tra le persone che soffrono di disturbi alimentari, e si tratta di una forma di autoinvalidazione. In questo post scopriremo perché le persone si possono sentire invalidate quando si tratta del proprio disturbo alimentare, e alcune delle conseguenze derivate da questa condizione. Vedremo anche cosa fare in quei momenti in cui non ti senti “sufficientemente malato” da avere davvero un problema, o che il tuo disturbo alimentare non è “abbastanza grave” da necessitare di una guarigione.
Innanzitutto però, una cosa: Non importa quello che qualcuno dice o pensa, sia che tu abbia ricevuto una diagnosi formale del tuo disturbo alimentare, o il tuo stato fisico, il tuo disturbo è una malattia mentale seria e pericolosa per la vita. Tu sei importante, e meriti di essere in recovery.
Uno dei motivi più important per cui si vive questo senso di scarsa validità del proprio disturbo è il pensiero che sia tutta questione di “aspetto”. Uno dei più grandi ostacoli nell’ammettere e ricevere un trattamento per un disturbo alimentare è l’idea che i disturbi alimentari abbiano un “aspetto” – in particolare la ragazza giovane, bianca ed emaciata che i media hanno definito come lo “standard” del disturbo alimentare. Questo “standard” esiste in tutti i settori della vita.
Quando una persona con un disturbo alimentare non sembra seriamente sottopeso (e la maggior parte di quelli con disturbi alimentari sono normopeso o addirittura sovrappeso), allora è facile supporre che il loro disturbo alimentare non sia “reale”.
E quindi molte persone che soffrono di un disturbo alimentare con un peso normale o superiore alla media hanno raccontato questo tipo di esperienze:
Se gli altri non riconoscono che hai un problema, allora è davvero difficile credere che tu ne abbia veramente uno.
Chiunque, a prescindere dalla propria forma, taglia o provenienza, può sviluppare un disturbo alimentare. Sarebbe logico supporre che il DSM-5, il manuale che indica ciò che “soddisfa i criteri” o può essere identificato come un disturbo alimentare, rifletta questo fatto.
Tuttavia, il DSM-5 considera la gravità di un disturbo alimentare (che è una malattia mentale che può diventare una malattia fisica) soprattutto sulla base di caratteristiche fisiche. In particolare, il DSM è incentrato sul peso.
Se non raggiungi un determinato peso per un disturbo alimentare (in particolare l’anoressia, dato che questo tipo di disturbo è fortemente basato sul peso come fattore importante) allora riceverai una diagnosi di “anoressia atipica” o “disturbo alimentare non altrimenti specificato”.
Poiché potresti non rientrare in una sola diagnosi, o non avere alcuna classificazione definitiva nella tua cartella clinica, potresti non credere di essere meritevole di ricevere lo stesso trattamento degli altri. Potresti non riconoscerti affatto come affetto da un disturbo alimentare.
La possibilità di accedere alle cure e le disponibilità di risorse dei centri di salute mentale, che influenza la durata della permanenza dei pazienti ad un determinato livello di cura, è basata significativamente su fattori fisici come il peso e i segni vitali. È pratica comune per le compagnie di assicurazione interrompere la copertura per i programmi residenziali e di ospedalizzazione parziale (PHP) quando si raggiunge un certo peso. Questo avviene anche quando il paziente ha ancora bisogno di un livello di supporto elevato.
Quando si trascorrono solo poche settimane in un programma residenziale o diurno, mentre altri rimangono molto più a lungo nello stesso ambiente, è facile pensare di non essere malati come tutti quelli che ci circondano. Anche se magari stai lottando tanto quanto gli altri, vieni espulso da un programma prima di loro a causa del tuo peso.
Molte delle persone che soffrono di disturbi alimentari sono consapevoli di avere a che fare con una malattia mentale. Tuttavia cercano ugualmente una legittimazione mediante il fisico. Quando tutti intorno a te soffrono di un disturbo alimentare, quasi tutti fanno paragoni. È tipico basare la gravità del proprio disturbo alimentare su chi si ha intorno: se si è più magri di qualcun altro, allora si è “più malati di loro”. Se non lo si è, allora si è “non sufficientemente malati”.
E mentre il personale sa che i disturbi alimentari sono malattie mentali, molti terapisti e dietologi trattano alcune persone in modo più o meno serio di altre. I dietologi, in particolare, si concentrano sul lato fisico dei disturbi alimentari e possono prescrivere diete che prevedono pasti più piccoli a persone con corpi più grandi.
In queste situazioni, anche se è stato fatto di tutto per raggiungere il peso attuale, non si riceve un piano alimentare per il recupero del peso. Non si viene visti come individui “sufficientemente malati” da aver bisogno di aumentare di peso.
E se segui una dieta più ristretta di tutti gli altri, il confronto avviene di nuovo durante i pasti. In quei momenti, cominci a chiederti se è giusto che tu sia in cura.
Quando non percepisci il tuo disturbo alimentare come un problema valido, o pensi di non essere “sufficientemente malato” da aver bisogno di aiuto, alla fine potresti evitare di chiederlo. Questo è un fatto molto comune che accade a molte persone, quindi sappi che non sei solo se non cerchi subito aiuto per il tuo disturbo alimentare.
Tuttavia, aspettare di avere “l’aspetto” classico di un disturbo alimentare ha conseguenze pericolose:
Dì queste cose quando ti senti invalidato:
Fai queste cose quando ti senti “non sufficientemente malato”:
A prescindere dal tuo aspetto, o da quello che le persone attorno a te credono – se hai sempre pensieri/comportamenti anomali quando si tratta di cibo, soffri di un disturbo alimentare. E meriti il recupero tanto quanto chiunque altro.
tradotto da Central Coast Treatment
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