Riconoscere il rischio di suicidio nei pazienti affetti da disturbi alimentari

Sono circa 3 milioni le persone affette da disturbi alimentari in Italia. Questi disturbi sono associati ad alti livelli di morte prematura, incluso un maggior rischio di suicidio. Senza trattamento, fino al 20% delle persone affette da un grave disturbo alimentare è destinato a morire. Proprio come i disturbi alimentari, i pensieri legati al suicidio possono colpire chiunque, a prescindere dall’età, dal sesso o da qualsiasi altra classificazione demografica.

In quanto professionisti del settore, sappiamo che esistono alcuni segnali di allarme che indicano la presenza di pensieri di suicidio, così come il modo corretto di rivolgersi alle persone che ne sono affette.

Il Collegamento Tra I Disturbi Alimentari E Il Suicidio

Uno studio di JAMA Psychiatry condotto su suicidio e disturbi alimentari ha riscontrato che il rischio del tentato suicidio è sensibilmente più alto tra le persone affette da un disturbo alimentare. I ricercatori dello studio hanno concluso che i cari e chi si occupa del trattamento devono rimanere attenti per individuare i segni di un pensiero o di un comportamento suicida, indipendentemente dal fatto che il paziente abbia o meno un disturbo in co-morbilità. Tuttavia, è importante osservare che la presenza di disturbi co-morbili incrementa il rischio di suicidio nelle persone affette da disturbi alimentari.

Le ricerche hanno dimostrato che chi soffre di disturbi alimentari spesso soffre di un secondo disturbo, come un disturbo da uso di sostanze, ansia, trauma o depressione. Ecco perché è importantissimo che tutti i disturbi di cui soffre una persona vengano affrontati durante il trattamento dei disturbi alimentari. 

Il Ruolo Importante Dei Professionisti Nella Prevenzione Del Suicidio

Negli Stati Uniti, metà delle persone vittime di suicidio ha consultato un medico nel mese precedente e un terzo era in cura per una malattia mentale nel periodo del suicidio, secondo un articolo di Jeffrey Stovall, MD e Frank J. Domino, MD, pubblicato da American Family Physician. Questo dimostra quanto sia probabile che i professionisti entrino in contatto con chi contempla il suicidio e sottolinea l’importanza di individuare i segnali di pensieri suicidi. 

7 Campanelli d’Allarme del Pensiero Suicida 

Determinate parole o comportamenti possono farti capire che la persona ha bisogno di aiuto. Le persone affette da disturbi alimentari che hanno pensieri suicidi possono:

  1. Esprime pensieri sulla morte, sul morire o sul non essere più presente in futuro.
  2. Dice di sentirsi disperato o di non avere uno scopo.
  3. Inizia a elaborare un piano cercando online e altrove modi per porre fine alla propria vita.
  4. Mostra un aumento dell’ansia o della rabbia, manifesta sbalzi d’umore o improvvisamente esprime un senso di sollievo o di miglioramento dei sintomi.
  5. Incrementa l’uso di alcol o droghe o ricorre ad altri comportamenti incoscienti.
  6. Inizia a sottrarsi dalle attività sociali, a isolarsi dagli altri o a disfarsi dei propri beni.
  7. Afferma di non avere alcuna ragione di vita o di essere un peso per le persone che lo circondano a causa del suo disturbo.

A volte i pazienti non esprimono verbalmente i loro pensieri suicidi, tuttavia questi si manifestano nelle loro azioni, come i sintomi fisici dell’uso di sostanze o dell’astinenza, irrequietezza o agitazione. Se il tuo paziente manifesta segnali che indicano un rischio maggiore di suicidio, è di estrema importanza intervenire. Commenti come “Ho notato che oggi sembri triste” o “Sembrerebbe che ci sia qualcos’altro che ti preoccupa oggi” possono essere un buon modo per cominciare a parlare con una persona che ti preoccupa. Un buon contatto visivo, risposte empatiche e un invito diretto come “Raccontami tutto” possono essere indicatori importanti per il paziente del fatto che ti preoccupi per lui e che vuoi capire cosa sta attraversando. Le domande sulla vita familiare, la scuola, il lavoro e le relazioni possono dare al paziente l’opportunità di esprimere i suoi pensieri suicidi.

Come Aiutare Chi Ha Pensieri Suicidi

I professionisti si trovano spesso di fronte a pazienti con tendenze suicide e sapere come comportarsi nel modo migliore può fare la differenza nella vita di quel paziente. Se sei preoccupato per uno dei tuoi pazienti, inizia con i seguenti punti:

  • Parla in modo sincero con il paziente in privato.
  • Ascolta la storia del paziente.
  • Evita di minimizzare i problemi del paziente.
  • Assicura al paziente che tu gli stai accanto.
  • Chiedi apertamente se ha pensato al suicidio.
  • Invita il paziente a chiedere un trattamento e suggerisci a chi rivolgersi.

Se il paziente conferma di avere pensieri suicidi, è importante prenderli sul serio e aiutarlo a eliminare qualsiasi mezzo letale in suo possesso. Se il rischio di suicidio è imminente, per motivi di sicurezza devi accompagnare il paziente ai servizi di igiene mentale o al pronto soccorso.

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