Perché la “Quasi Guarigione” Può Essere Così Pericolosa per Chi Soffre di Disturbi Alimentari

Che cos’è la “quasi guarigione”?

La “quasi guarigione” è uno stato intermedio nel percorso di recupero dai disturbi alimentari, in cui una persona ha fatto dei progressi significativi, ma non ha ancora abbandonato del tutto i comportamenti disordinati. Questo stato può sembrare un successo, soprattutto agli occhi degli altri, poiché la persona può aver migliorato le sue abitudini alimentari o ridotto l’attività fisica eccessiva. Tuttavia, la realtà è che il disturbo alimentare è ancora presente, mantenendo una presa salda sulla mente e sul comportamento della persona.

In questo stato, si scelgono selettivamente quali aspetti del disturbo alimentare abbandonare e quali mantenere. Questo può sembrare contraddittorio, ma va ricordato che i disturbi alimentari spesso funzionano come meccanismi di coping che, seppur dannosi, offrono una parvenza di controllo sulla vita. All’inizio del percorso di recupero, la “mente del disturbo alimentare” è ancora dominante e attribuisce un grande valore a certi comportamenti, come il controllo del peso, la restrizione dietetica o l’esercizio fisico, rendendo difficile abbandonarli completamente.

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Perché e come si finisce nella “quasi guarigione”?

Ci sono diverse ragioni per cui molte persone si trovano intrappolate nella “quasi guarigione”. Una delle principali è l’influenza della cultura delle diete, che normalizza comportamenti alimentari disordinati e rende difficile distinguere ciò che è veramente sano da ciò che non lo è. La cultura delle diete glorifica la restrizione calorica, esalta l’esercizio fisico estremo e promuove costantemente nuove diete che si mascherano da “cambiamenti di stile di vita” o “piani di benessere”. Questo crea confusione e rende più difficile il processo di recupero.

Un altro fattore è la sopravvalutazione sociale della forma fisica, del peso e del controllo. Nella nostra società, c’è una pressione costante a conformarsi a un certo ideale estetico e a controllare il cibo e l’esercizio fisico in modo rigoroso. Questa mentalità intensiva non solo distingue chi soffre di disturbi alimentari da chi ha periodi di alimentazione disordinata, ma alimenta anche la persistenza della “quasi guarigione”.

La paura gioca un ruolo cruciale nel mantenimento della “quasi guarigione”. Molti temono che abbandonare completamente i comportamenti disordinati possa peggiorare l’ansia o la depressione, soprattutto all’inizio del processo di recupero. Sebbene questo timore sia comprensibile, è importante riconoscere che la guarigione completa, sebbene impegnativa, porta a un miglioramento significativo della salute mentale nel lungo termine.

I rischi della “quasi guarigione”

Il rischio maggiore associato alla “quasi guarigione” è la ricaduta. Quando alcuni aspetti del disturbo alimentare vengono lasciati incontrollati, c’è un rischio costante che l’intero disturbo si riaccenda, soprattutto in risposta a eventi di vita stressanti o importanti. Ad esempio, se una persona non ha raggiunto il suo set point naturale di peso o mantiene un rapporto disordinato con l’esercizio fisico, potrebbe essere particolarmente vulnerabile a una ricaduta in occasione di eventi come un matrimonio o la nascita di un figlio.

Vivere in uno stato di “quasi guarigione” non solo rallenta il processo di recupero, ma impedisce anche di sperimentare una vita piena e appagante. I comportamenti disordinati, anche se non gravi come in passato, continuano a limitare la capacità di vivere serenamente e di godere delle esperienze quotidiane. È fondamentale comprendere che la guarigione completa è possibile e che rimanere in una fase di “quasi guarigione” può prolungare inutilmente il percorso di guarigione e aumentare il rischio di ricadute.

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Come capire se sei in “quasi guarigione” o in piena guarigione

Riconoscere se si è in una fase di “quasi guarigione” può essere difficile, ma ci sono alcuni segnali che possono aiutare a capire la situazione. Ad esempio, se ti trovi spesso a fare compromessi con te stesso riguardo al cibo o all’esercizio fisico, o se senti il bisogno di giustificare le tue azioni, potresti essere in “quasi guarigione”.

Ecco alcune domande utili da porsi per valutare la propria situazione:

  • Sto ancora limitando la mia alimentazione in qualche modo?
  • Evito certi gruppi alimentari senza una reale necessità medica?
  • Come reagisco se salto un giorno di esercizio fisico? Mi sento ansioso o in colpa?
  • Sto ancora cercando di controllare il mio peso o di impedire che aumenti?
  • Mi affido ancora a certi comportamenti disordinati per gestire l’ansia o lo stress?

Se rispondi sì a una o più di queste domande, è possibile che tu stia ancora lottando con una “quasi guarigione”. Questo non significa che tu non abbia fatto progressi, ma indica che ci sono ancora aree che necessitano di attenzione per raggiungere una vera guarigione.

Come superare la “quasi guarigione”

Superare la “quasi guarigione” richiede un impegno consapevole e il coraggio di affrontare le aree più difficili del disturbo alimentare. È importante stabilire modelli alimentari regolari, rivedere il proprio rapporto con l’esercizio fisico, espandere le opzioni di abbigliamento e rivalutare il proprio rapporto con la bilancia.

  1. Ascoltare il corpo: Invece di seguire un piano alimentare rigido, l’intuitive eating ti invita a sintonizzarti con i segnali di fame e sazietà del tuo corpo. Questo approccio promuove l’equilibrio nutrizionale distribuendo i pasti durante la giornata in modo che risponda ai bisogni del tuo corpo, senza la necessità di rispettare orari prestabiliti. L’idea è quella di mangiare quando avverti fame e fermarti quando ti senti sazio, scegliendo cibi che ti soddisfano sia dal punto di vista nutrizionale che emotivo. Questo metodo non solo sostiene un rapporto più sano con il cibo, ma aiuta anche a sviluppare una maggiore fiducia nel proprio corpo e nelle sue esigenze.
  2. Rivalutare l’esercizio fisico: Considera di interrompere l’esercizio fisico per un breve periodo, per esempio una settimana, per vedere come reagisci. Quando decidi di reintegrare l’attività fisica, opta per attività non collegate al disturbo alimentare, come passeggiate o lezioni di gruppo, e cerca di non seguire regole rigide riguardo alla durata o intensità.
  3. Espandere le opzioni di abbigliamento: Se ti limiti a indossare solo certi stili o colori di vestiti, prova a sperimentare con abbigliamenti che ti piacciono davvero, senza focalizzarti sul peso o sull’aspetto del tuo corpo.
  4. Rivalutare il rapporto con la bilancia: Per alcuni, questo potrebbe significare rimuovere la bilancia da casa e pesarsi solo durante le visite mediche quando necessario. Per altri, potrebbe essere utile lavorare su come affrontare l’ansia legata al vedere il numero sulla bilancia.

Anche se ogni persona affronterà questa sfida in modo diverso, l’obiettivo finale è sempre lo stesso: raggiungere una guarigione completa e duratura. La “quasi guarigione” è una fase comune, ma è un luogo pericoloso in cui rimanere. Riconoscere i segnali e sapere come andare oltre è essenziale per raggiungere una libertà totale e permanente dal disturbo alimentare.

Conclusioni

La “quasi guarigione” rappresenta un pericolo silenzioso nel percorso di recupero dai disturbi alimentari. Sebbene possa sembrare un progresso, è importante riconoscere che mantenere anche solo alcuni comportamenti disordinati può ostacolare il raggiungimento di una guarigione completa. Identificare questi comportamenti e lavorare per superarli è fondamentale per vivere una vita piena e libera da tutti gli aspetti del disturbo alimentare.

Se sospetti di essere in “quasi guarigione” e hai bisogno di supporto per fare il prossimo passo verso la guarigione completa, siamo qui per aiutarti. Clicca sul pulsante “Inizia ora” per prenotare un colloquio gratuito e ricevere il supporto di cui hai bisogno.

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